È un quadro ancora incerto quello per il comparto dei pubblici esercizi lombardi che ancora accusano i colpi della pandemia e i più recenti rialzi dei costi energetici e delle materie prime. Sofferenza evidenziata anche da un indicatore esplicito come l’occupazione: con la pandemia il numero di dipendenti si è ridotto di oltre il 20%, pari ad una perdita superiore alle 40.000 unità (elaborazione centro studi Fipe su dati Inps).
Questi i dati emersi nel corso del Consiglio regionale di Fipe Lombardia ospitato a Erba in occasione di a RistorExpo.
«Il nostro settore è stato tra quelli che hanno pagato il prezzo più alto per Covid e per l’aumento dei costi dell’energia», ha dichiarato il presidente di FIPE-Confcommercio Lino Stoppani (foto sotto). «Segnali di ripresa iniziano ad intravedersi, anche grazie ad un trend positivo del turismo, ma è necessario continuare a sostenere il comparto: bene dunque la decisione di prorogare l’esonero all’autorizzazione paesaggistica fino alla fine del 2023 per i dehor, che non possono essere più considerati solo come una risposta ad un’emergenza, bensì un elemento rappresentativo di un nuovo modo di vivere la socialità e gli spazi urbani».
Per supportare il comparto è necessaria un’attenzione particolare da parte di tutti i livelli istituzionali: i Comuni, chiamati a capire e governare le nuove dinamiche che influenzano il territorio, combinando interessi a volte divergenti, e le Regioni, che hanno competenze in grado di stimolare e favorire la crescita.
«La nostra Federazione», ha proseguito Stoppani, «ha apprezzato le misure della scorsa Giunta regionale lombarda su credito e liquidità, efficienza energetica e sostegno all’occupazione. Con il prossimo esecutivo di Regione Lombardia continueremo a confrontarci con spirito collaborativo, chiedendo un impegno ulteriore per la crescita professionale degli operatori-imprenditori e collaboratori grazie alla formazione e all’innovazione».
«Inoltre», aggiunge il presidente di Fipe provincia di Varese, Giordano Ferrarese (foto) a supporto delle paroledi Stoppani, «va perseguito e rafforzato il principio “stesso mercato stesse regole”, evitando distorsioni e concorrenza sleale nel settore della somministrazione. Infine, va risolto il tema dei frontalieri che, dalle nostre zone di confine, vanno a lavorare nella vicinissima Svizzera, attraverso la defiscalizzazione del costo del lavoro per le aree di confine».