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Cedolare secca e agevolazioni sulle imposte comunali per i proprietari che rinegozieranno i canoni degli affitti commerciali

È la proposta di Santino Taverna, presidente nazionale e provinciale di Fimaa/Confcommercio. «Dobbiamo evitare dolorose chiusure dei nostri negozi: tutti facciano la loro parte»

VARESE «Proprietari degli immobili commerciali, locatari, Comuni e Stato: ognuno faccia la sua parte per evitare dolorose e irreparabili chiusure dei negozi nelle nostre città». Santino Taverna, presidente nazionale e provinciale di Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari), rilancia con preoccupazione la “questione affitti”, soprattutto alla luce della prolungata non riapertura della maggior parte delle attività commerciali, nuovamente imposta con il DPCM firmato ieri (26 aprile) dal premier Giuseppe Conte.

Cedolare secca e riduzione imposte

Il primo intervento, in grado di garantire una importante boccata d’ossigeno, è quello della cedolare secca anche per le locazioni commerciali, uffici compresi.

«È interesse di tutti», rimarca, «mettere subito in campo soluzioni concrete, che vadano incontro alle esigenze di ognuna delle parti in causa: da un lato i commercianti che giustamente chiedono la rinegoziazione dei canoni di locazione, alla luce dei mesi di chiusura imposta dal lockdown e di una ripartenza che non sarà rapida; dall’altro lato i proprietari, molti dei quali hanno come unica fonte di reddito proprio la locazione dei loro immobili, che altrettanto giustamente chiedono di continuare a percepire i canoni convenuti». Trovare una mediazione tra i due “interessi” è perciò quantomai necessario e, affinché ciò avvenga, gli enti locali hanno un ruolo fondamentale: «I Comuni», propone Taverna, «potrebbero valutare una riduzione di Imu, Tasi e Tari, magari prevedendo particolari agevolazioni nei confronti dei proprietari disposti a ridiscutere i canoni di locazione». Il messaggio forte e chiaro indirizzato al Governo è invece di prorogare «il “bonus affitti” previsto per il mese di marzo dal decreto Cura Italia (articolo 65), con il quale si introduceva un credito di imposta pari al 60% del canone di locazione, versato o da versare».

«I nostri sindaci ci ascolteranno»

«Le saracinesche abbassate», insiste il presidente nazionale e provinciale di Fimaa/Confcommercio, «diminuiscono il livello di sicurezza di paesi e città, amplificano i problemi di carattere sociale e impediscono entrate per le amministrazioni pubbliche a causa del mancato versamento delle imposte locali. A conti fatti, i nostri sindaci potrebbero ritenere conveniente valutare questi scenari ed agire di conseguenza».
Taverna, pertanto, concorda per un tavolo di lavoro provinciale, partecipato dalle associazioni di categoria e dalle amministrazioni locali, per valutare insieme le soluzioni più opportune. L’obiettivo del gruppo di lavoro sarebbe infatti in perfetta linea con quello illustrato dal presidente di Fimaa/Confcommercio, ovvero la rinegoziazione concordata degli affitti con il concorso dei Comuni: «È una strada conveniente nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti».

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